Papa Francesco e l’ambientalismo dei poveri

meetingAvendo lavorato una vita in ambito ambientale ed energetico, e coltivando da anni una dimensione spirituale nell’ambito di una organizzazione no profit che rivendica la piena centralità dell’uomo nella società, non nascondo di sentirmi fortemente rappresentato dal nuovo nocchiero della chiesa cattolica come Papa Francesco, che da sempre vede nelle priorità ambientali una grande chiave di lettura degli enormi disagi spirituali, ecologici ed economici che stanno angosciando sempre di più le moderne civiltà.
Da ricordare la presa di posizione di Papa Francesco, contro una delle più recenti minacce fossili per il nostro pianeta come lo shale gas, nella quale annunciò anche una enciclica sulle tematiche ambientali (vedi post “Anche Papa Francesco contro lo shale gas (gas di scisto): presto una enciclica sulle tematiche ambientali“). E’ proprio in questi giorni, in occasione del Meeting mondiale dei Movimenti popolari, svoltosi il 28 ottobre scorso presso l’Aula Vecchia del Sinodo, che Papa Francesco è tornato a parlare di diritti dei poveri e della assoluta priorità delle azioni per la tutela ambientale, sostenendo anche che non si tratta di comunismo, ma di predicazione del Vangelo. Una relazione corposa, quella presentata da Papa Francesco, fatta in lingua madre spagnola, di oltre sei pagine dense e scaricabile in calce al post, in uno dei discorsi più lunghi del suo pontificato, segnale inequivocabile della sua grande sensibilità a questo ambito di tematiche.
Forte il richiamo di Papa Francesco sul fatto che i poveri hanno bisogno della terra, di un tetto sopra la testa e del lavoro, consapevole del fatto che “Se parlo di questo, alcuni pensano che il papa è comunista”. Una frase che non può non richiamare alla mente un’altra frase di un altro grande cardinale sudamericano come Hélder Câmara, in una delle sue citazioni più famose “Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista”. Continuando nel suo discorso, Papa Francesco ha detto: “Non capiscono che l’amore per i poveri è al centro del Vangelo, esigere questo non è insolito, è la dottrina sociale della Chiesa”, promettendo che le preoccupazioni dei poveri saranno evidenziate nella sua prossima e già a suo tempo annunciata enciclica su ecologia ed ambiente. Sicuramente non si tratta di una sorpresa, dopo che, proprio l’anno scorso, come dicevo in premessa, Papa Francesco ha incontrato un rappresentante di Ejolt, importante organizzazione impegnata da anni sul fronte dei conflitti e delle ingiustizie e dei soprusi ambientali a livello planetario, mostrando due T-shirts, una contro miniere d’oro su grande scala e una appunto contro la scellerataejolt pratica del fracking. Una organizzazione Ejolt (link sito), che ha recentemente elaborato addirittura un Atlante globale dei conflitti ambientali, del quale ho diffusamente parlato nel post “Conflitti ambientali e per l’accesso alle risorse nel mondo: arriva l’Atlante globale dei conflitti ambientali, con la mappa cartonerosdell’Italia ancora mancante“. Già come arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio è stato sempre particolarmente vicino ai “cartoneros”, che vivono nei cumuli di spazzatura alla ricerca di prodotti riciclabili. Nella sua veste di papa, Bergoglio ha confermato fortemente il suo sostegno alla loro condizione, proponendosi oggi come sostenitore più influente al mondo dell’ambientalismo dei poveri, ben descritto proprio dal coordinatore di Ejolt, Joan Martinez-Alier nel suo libro del 2002 “The Environmentalism of the Poor” (link al draft del libro).
Un grandissimo raggio di luce, quello di Papa Francesco, in questi tempi oscuri, dove i poveri vengono sempre presentati come una tassa (ambientale) da pagare sull’altare del consumo da parte dei ricchi, in un contesto dove tutti, anche i non cattolici ed i non credenti, sono chiamati ad accogliere con grane interesse i gesti di questo uomo, che ha un’alta autorità morale su oltre un miliardo di persone. Significativo, tra gli altri, sul discorso di Papa Francesco, il commento di Joseph Gainza, organizzatore di comunità in un’agenzia di lotta contro la povertà con sede negli USA, secondo il quale, “Papa Francesco è l’unico leader mondiale che sembra comprendere le implicazioni del cambiamento climatico. Non possiamo avere una crescita infinita della produzione e del consumo in un pianeta finito. Papa Francesco capisce che i problemi del degrado ambientale e della giustizia economica e sociale sono intrecciati”. Ancora una volta un Papa che si propone in prima persona, per condurre l’uomo fuori da questo lungo ed oscuro tunnel, caratterizzato da anni, dalla frettolosa radiazione della parola “limite”, dal lessico comune, ponendo sugli altari l’idolatria del consumo, ed una onnipotenza sul pianeta che non presenta nessuna traccia di umano.

Sauro Secci

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