Efficienza energetica in ambito immobiliare: non è ancora percepita in tutto il suo valore

casa_salvadanaio--400x300Proprio alcuni giorni fa ho avuto modo di analizzare il nuovo Rapporto sull’efficienza energetica in Italia di ENEA (vedi post “Terzo Rapporto annuale sull’efficienza energetica: ENEA fa la radiografia all’Italia“). Un Rapporto che, nei diversi ambiti di intervento, ha dedicato anche un particolare approfondimento per il settore immobiliare, fondamentale per il rilancio del settore edilizio, completamente da rifondare nei principi, proprio nel segno dell’efficienza energetica e nelle immense praterie di intervento fornite da un patrimonio esistente davvero deficitario dal punto di vista energetico.

Una parte di quel Rapporto, curata da I-Com (Istituto per la competitività), che allego in calce al post, è stata dedicata a fare il punto sul rapporto tra efficienza energetica e mercato immobiliare. Proprio da questa parte curata da I-Com con Enea e Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionisti), emerge ancora che il 70% di chi vende un immobile non considera la prestazione energetica un elemento in grado di aumentarne la quotazione. Una situazione che non mette certo in luce il nostro paese, su un tema di fondamentale importanza ai fini del raggiungimento degli obiettivi europei clima-energia al 2020, quando l’edilizia residenziale nazionale dovrà contribuire con 3,8 Mtep all’anno sui 15 Mtep totali da risparmiare. Un approfondimento basato su interviste condotte nel 2013 su un panel costituito da 300 agenzie immobiliari e nel quale vengono forniti i primi dati sulla distribuzione delle transazioni immobiliari per classi energetiche, oltre ai risultati di un questionario rivolto agli agenti immobiliari. Il quadro dell’indagine conferma anche attraverso gli agenti immobiliari, una netta preponderanza di immobili di classe energetica molto bassa nell’ambito delle compravendite. Come ben illustrato dai grafici seguenti, per tipologia, collocazione e stato dell’immobile, ben il 60% delle abitazioni italiane risulta nella classe più bassa G.

tipologia

collocaz_stato

Distribuzione degli immobili compravenduti per classi energetiche (%) – anno 2012 (Fonte Studio I-Com – ENEA – FIAIP)

A tutto questo fa eccezione il solo segmento delle nuove costruzioni dove si rileva ancora, incredibilmente, una percentuale di abitazioni, superiore al 20%, comunque in classe energetica G. Ancora più inquietanti i dati sulla consapevolezza di chi vende , dal momento che il sondaggio evidenzia che il 68% di chi vende non considera l’efficienza un fattore in grado di concorrere alla valorizzazione del proprio immobile. Anche sul fronte degli acquirenti il quadro che emerge dall’indagine è poco incoraggiante, dal momento che secondo il 59% degli agenti immobiliari intervistati, la certificazione energetica degli edifici non rappresenta ancora, fino ad oggi, uno strumento utile o capace di orientare la scelta dell’acquirente verso edifici efficienti. Una fotografia, quella dello studio I-Com, che richiede adeguamenti decisi negli attuali strumenti di attestazione della qualità energetica di un immobile, ancora oggi gestiti, in molti casi, come o poco più che di adempimenti burocratici. Secondo i redattori dello studio infatti, dovrebbe essere più chiaramente evidente il legame tra classe energetica e risparmi economici in termini di minori costi di gestione nella fase di conduzione ed esercizio dell’immobile con un adeguato riflesso sull’incremento del valore di mercato di un immobile efficiente. Molto importante in questo senso, come in tutte le filiere legate a rinnovabili ed efficienza energetica, incrementare momenti di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza, dal momento che gli stessi agenti immobiliari intervistati, sono consapevoli che l’efficienza rappresenti indubbiamente un’opportunità da sfruttare e da promuovere, con ben il 90% degli intervistati che offre servizi di certificazione energetica degli edifici con il 60% dei clienti che Home-energy-efficiencydecide di avvalersene. In questo contesto poi, sono oltre il 50% degli intervistati che ha già intrapreso percorsi di formazione, con oltre il 90% degli agenti immobiliari che ritiene di avere le competenze necessarie per valutare la qualità energetica di un edificio. Lo studio affronta anche le motivazioni che non spingono all’ammodernamento di un parco edilizio così poco efficiente, individuando nella difficoltà di finanziamento degli interventi la causa principale per il 65% degli intervistati, ostacolo definito addirittura critico per il 35% di questi, con quasi la totalità degli agenti immobiliari che si è dichiarata disponibile alla promozione di nuovi strumenti di finanziamento presso i clienti. Un altro fattore limitante verso un autentico impulso all’efficientamento del patrimonio edilizio, è costituito dalla complessità intrinseca degli interventi di efficientamento, determinata dalla forte disomogeneità di tipologie edilizie, epoche costruttive e fasce climatiche diverse presenti nel nostro Paese, che rendono molto difficile trovare dei valori di riferimento rispetto a cui parametrare i risparmi ottenibili permettendo l’agevole effettuazione di una analisi costi/benefici. Ampio anche il range dei risparmi sui consumi conseguibili grazie a interventi di riqualificazione sia sull’involucro edilizio che sugli impianti, che varia dal 30%, nel caso del rifacimento della facciata, all’8% della sostituzione degli infissi. Anche l’analisi dei diversi interventi singoli, evidenzia come solo alcuni degli investimenti abbiano tempi di rientro ritenuti accettabili, con l’esigenza di disporre di parametri più dettagliati che consentano una valutazione della combinazione ottimale degli interventi, oppure riuscire ad evidenziare chiaramente l’extracosto per riqualificazioni energetiche, rispetto a una ristrutturazione standard. Nello studio infine la I-Com, rileva l’esigenza di elaborare una metodologia chiara per l’inclusione dell’aumento di valore di un immobile residenziale a seguito di una ristrutturazione energetica. Indubbiamente un altro studio che rileva le ancora tante azioni da fare per supportare finalmente un effettivo rilancio di un settore edilizio da rifondare fino dai principi ispiratori nella piena cultura della ristrutturazione in chiave energetica e dove altri studi indicano enormi potenzialità, come il recente rapporto dal titolo molto eloquente, “Costruire il futuro” redatto da Fillea CGIL e Legambiente (vedi post ““Costruire il futuro”: Il nuovo Rapporto Fillea-Cgil/Legambiente per l’efficienza energetica in edilizia con 600mila nuovi posti di lavoro”).

A seguire un bel video di ENEA WebTV, un breve documento sul fondamentale ruolo dell’efficienza energetica.


Sauro Secci

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