Cellulari e corsa compulsiva all’ultimo modello: grandissimo impatto ambientale

cellulare-rottoUno dei prodotti di consumo corrente sul quale ho cercato spesso di approfondire gli impatti sul pianeta, è indubbiamente il cellulare e tutte le sue evoluzioni come gli smartphone. L’ho fatto spesso partendo proprio dal continente più tormentato del nostro pianeta, come l’Africa, che, proprio perché detentore della maggior parte di minerali e terre rare, materie prime per le produzioni di microelettronica ed elettronica individuale, sono insanguinanti da guerre in corso addirittura da quasi venti anni come quella che dalla metà degli anni ’90 sta devastando il Congo per l’accesso al “coltan”, minerale dal quale si estrae uno dei materiali chiave come il tantalio (vedi post “ Caro cellulare quanto costi”). Una autentica caccia quella a metalli ed alle cosiddette “terre rare” (vedi post “Metalli e terre rare per l’hi tech: smartphone, pc, tablet etc., stanno mandandoli “in riserva”). Ma la cosa ancora più paradossale è che la mania quasi compulsiva di sfornare continuamente nuovi modelli di smartphone, sta portando i consumatori in una spirale che sta facendo proliferare enormemente il quantitativo dei cosiddetti RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che proprio in Africa tornano spesso con effetti ancor più devastanti (vedi post “Africa megadiscarica del mondo: un progetto di cooperazione europeo coordinato dall’Italia per i RAEE“). Ed è proprio sul grande impatto che proprio le multinazionali della telefonia mobile stanno alimentandolca incitando continuamente i consumatori ad acquistare i modelli più recenti, incentivando un modello produttivo e consumistico deleterio per l’ambiente che si è concentrato una ricerca elaborato dai ricercatori della University of Surrey che hanno analizzando decine di studi sull’impatto ambientale dei cellulari lungo l’intero ciclo di vita del prodotto con l’approccio LCA (Life Cycle Assessment) “dalla culla alla tomba”, cioè dalla produzione in fabbrica all’utilizzo del dispositivo fino allo smaltimento.
Secondo il team di ricerca dell’ateneo britannico questo modello, improntato al consumismo, comporta costi eccessivi per i consumatori, per l’ambiente e per gli stessi produttori di cellulari. Secondo lo studio infatti Incoraggiare gli acquirenti a dotarsi dell’ultimo modello disponibile sul mercato, senza mettere a punto strategie adeguate per il riciclo dei vecchi cellulari finisce per alimentare enormemente lo spreco di risorse.

lca_smartphoneCome accennavo, le materie prime utilizzate per produrre i cellulari sono risorse presenti in quantità limitata sulla crosta terrestre, le cosiddette “terre rare”, che per poter essere estratte necessitano di ingenti risorse energetiche. Sarebbe decisamente più conveniente per le industrie della microelettronica recuperare i materiali dei dispositivi usati. Purtroppo la raccolta dei cellulari ormai inutilizzati procede ancora troppo a rilento. E’ infatti comportamento diffuso di molti consumatori gettare o lasciare giacere in un cassetto il vecchio cellulare con le compagnie che spingono gli acquirenti ad acquistare un modello solo perché è più recente. Si tratta di un circuito perverso che porta troppo spesso molte persone ad acquistare cellulari con funzioni avanzate di cui non hanno affatto bisogno, sovente anche a distanza di pochissimi mesi dall’acquisto di un cellulare nuovo.
Ed è proprio l’autore principale dello studio britannico, il dottor James Suckling, a fornire una serie di cifre davvero capaci di fare una serie di riflessioni sulle conseguenze di questo davvero deteriore modello commerciale. Secondo Suckling infatti solo in Gran Bretagna si contano 85 milioni di cellulari inutilizzati contenenti 4 tonnellate di oro, del valore di 110 milioni di sterline.
Per l’estrazione di tali risorse sono state rilasciate nell’atmosfera ben 84.000 tonnellate di CO2, con il loro recupero impedirebbe di generare altri gas serra.
Secondo gli esperti le grandi compagnie di telefonia mobile dovrebbero incentivare i consumatori a riportare il vecchio cellulare al negozio al momento dell’acquisto di un nuovo telefonino. Sono gli stessi ricercatori a suggerire inoltre di produrre cellulari più duraturi e meno energivori, basati sul cloud. Si tratta di un modello già sperimentato con successo sui computer, con dispositivi più leggeri dotati di una memoria remota virtuale e consumi di elettricità ridotti del 55%.

Sauro Secci

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