“Isole Smart Energy”: il progetto per isole green al 100%

logo_isole_sePensare al nostro meraviglioso “Mare Nostrun”, costellato di tante bellissime costellazioni o perle singole, come le nostre isole minori, con un passato ed un presente energetico grigio fumo, ancora pesantemente legato ai combustibili fossili nonostante le tantissime potenzialità rinnovabili fa davvero un certo effetto. Una situazione che avevo affrontato alcuni mesi fa nel post ““Energia in isola”: Le perle italiane delle “isole minori” gridano vendetta aspettando le energie pulite dopo anni “neri” di sprechi“). Una situazione che, seppure con molta lentezza sembra destinata finalmente a ridare piena bellezza e giustizia alle nostre perle di mare, nel contesto di un futuro energetico fatto di impianti da fonti rinnovabili, efficienza ed integrazione con smart grid e sistemi di accumulo, particolarmente vocati a creare mini e micro reti elettriche intelligenti. In questa direzione sembra andare un nuovo progetto presentato da “Goletta Verde di Legambiente” ”Isole Smart Energy”, con esperienza pilota nelle isole di Favignana, del Giglio e di Lampedusa, che vede come partner Enel, Fiamm e il patrocinio dei comuni di Lampedusa, Favignana e Giglio, del Parco nazionale Arcipelago Toscano, dell’Area Marina Protetta Isole Egadi, dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie, di Res4med (link sito), del Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori e del Gseenergyisola (Gestore servizi energetici). Come sostiene Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente “Oggi questa prospettiva di innovazione è a portata di mano da un punto di vista tecnologico e può permettere di aprire opportunità inedite di risparmio per le famiglie e le imprese attraverso sistemi innovativi di autoproduzione e gestione energetica, manca solo il passaggio alla sperimentazione per capire come costruire nei diversi territori questo nuovo modello energetico”. Secondo Zanchini, “le piccole isole sono oggi in qualche modo il simbolo dei problemi energetici italiani, perché l’energia elettrica è prodotta con vecchie e inquinanti centrali a olio combustibile, le bollette per i cittadini sono più alte che nel resto della Penisola e malgrado vi sia nelle bollette degli italiani una specifica voce per aiutare queste spese. Costruire una transizione per cui queste isole riescano a valorizzare l’energia prodotta dal sole, dal vento, dalle maree, dall’acqua, dalla terra è oggi una sfida affascinante ma anche possibile”.

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Un progetto che si basa sulla consapevolezza che le piccole isole del Mediterraneo rappresentino un autentico ed ideale laboratorio e campo di sperimentazione per questo tipo di prospettiva, anche per la buona concentrazione di tutte le risorse rinnovabili di base da valorizzare. Un laboratorio, quello delle isole minori, fondamentale per la realizzazioni di microreti elettriche smart, senza necessità alcuna di realizzazione di elettrodotti per collegarle alla rete nazionale, data anche vista la distanza, potendo ragionare così nei termini di un sistema energetico perfettamente distribuito ed al 100 per cento rinnovabile, impostazione sulla quale si stanno movendo anche numerose sperimentazioni (vedi post “Smart grid e rinnovabili 100%: si può fare!“). Una grande sfida orientata finalmente alla autonomia energetica attraverso modelli energetici distribuiti, pienamente partecipativi e per questo “democratici”, oggi a portata di mano grazie alle innovazioni in corso sui fronti delle produzione, della distribuzione, quando necessaria e dello stoccaggio dell’energia. Secondo Legambiente,il progetto vuole provare a rispondere ad alcune domande fondamentali: è possibile e in quale forma, immaginare una produzione distribuita da fonti rinnovabili per gli usi sia elettrici che termici, considerando anche la crescita della domanda legata al turismo nei mesi estivi sull’Isola? Una gestione innovativa delle reti elettriche e termiche come potrebbe contribuire in questa direzione attraverso, anche, l’installazione di sistemi di accumulo? Ancora, in quale modo potrebbero integrarsi obiettivi di mobilità sostenibile e di gestione delle reti idriche con la realizzazione di questo nuovo modello? Infine, in quale direzione si dovrebbe andare per passare dall’attuale sistema di gestione a uno incentrato sulle rinnovabili, attraverso quali modifiche normative che riguardano le reti e i servizi di gestione energetica?”. Sicuramente quesiti che meritano risposte adeguate e convincenti proprio a partire dalla nostre bellissime, piccole “perle di terra nel nostro mare”.

Sauro Secci

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