“Il fotovoltaico sul tetto che scotta”… le grandi utilities energetiche

energia_distribuita_vs_centralizzataIl modello energetico centralizzato fatto di grandi poli energetici a fonti fossili sta vacillando sotto l’avanzata comunque inarrestabile, nonostante le durissime resistenze di correnti di interesse, da parte della generazione distribuita pilotata dalle energie rinnovabili con autoconsumo, che stanno trovando proprio nella nuova effervescenza dei sistemi di accumulo di energia, sempre più popolati da nuove tecnologie, uno straordinario alleato. Sugli scudi naturalmente, gli impianti fotovoltaici residenziali, capaci di dare quella forza partecipativa al singolo cittadino nel mondo dell’energia, dal quale era, fino ad oggi, completamente escluso. L’impianto fotovoltaico sul tetto, appena i prezzi delle batterie lo permetteranno, potrà essere affiancato da un sistema di accumulo soddisfacendo una quota rilevante dei consumi di una famiglia, di una fabbricaFV su tetto o di un supermercato ed già oggi esistono soluzione affacciatesi sul mercato. Una grandissima minaccia per i profitti delle grandi utility, che impone un forte ripensamento di un sistema elettrico basato su un modello energetico centralizzato, oramai palesemente sorpassato e vetusto. Indicazione che non sono certo sfuggite alla grandi compagnie elettriche e regolatorie, che non lasciano niente al caso per tutelare il loro status quo, con il mondo delle rinnovabili che sta cercando strenuamente di resistere proprio sulla soglia della svolta che comunque, nonostante le ulteriori vittime che potranno rimanere sul campo, e questo amareggia molto, comuque avverrà inesorabilmente: emblematico in questo senso, un paese dalle grandi potenzialità solari come l’Australia (vedi post “Rinnovabili 100%: una proposta dal V continente”). Un nuovo report, proprio di questi giorni, conferma lo stesso allarme lanciato nelel settimane scorse da report altrettanto autorevoli come quello dell’Istituto bancario europeo UBS, arriva in questi giorni da un istituto di oltreoceano l’Edison Electric Institute, EEIlegato alle utility Usa (allegato in calce al post). Nel report si legge che l’abbinamento micidiale di efficienza energetica e fotovoltaico con accumulo potrebbero “mettere in pericolo il modello della utility centralizzata, con la riduzione della domanda dalla rete conseguente che potrebbe portare a un crollo dei prezzi” e, “se una rimodulazione delle tariffe potrebbe mitigare le perdite, la minaccia più a lungo termine di consumatori che abbandonino completamente la rete, o la usino solo come back-up, ha il potenziale di causare danni irreparabili a profitti e prospettive di crescita”. In parole povere un nuovo scenario si può profilare, con la dimensione off.grid capace di proporsi davvero con sembianze diverse e competitive. Tutte le manovre di cui è stato dato conto in questi giorni quindi sembrano apparire palesi e orientate come le ultime gradi manovre sulle reti elettriche private o interne, capaci di affrancarsi dalla rete elettrica e per la quali ci sono “grandi manovre” in corso, a dire il vero non molto edificanti sul piano delle pressioni sul Governo (vedi post “Quel “pasticciaccio italiano….”) – A tutto questo ovviamente lo scenario elettrico tradizionale aggiunge una massiccia campagna mediatica fatta con le maggiori testate giornalistiche e televisive che evidenzia chiaramente il perché il mondo elettrico tradizionale si muova per impedire questo scenario. Una storia certamente non solo italiana, dal momento che, anche in altri paesi, come negli negli Stati Uniti le grandi utility stanno facendo una acerrima battaglia contro il net-metering, meglio conosciuti, e di questo l’Italia è davvero ricca anche da tempo, come i contatori intelligenti bidirezionali autentici abilita tori di politiche del tipo del nostro scambio sul posto. Stesso discorso, come avevo già approfondito anche in Australia, dove ci sono più di un milione di impianti su tetto è iniziata la battaglia difensiva delle grandi utilities. Nell’altra regione australiana del Queensland addirittura, l’Autorità per la concorrenza locale sta proponendo oltre a tagli agli incentivi anche tariffe orarie speciali che penalizzano chi i possessori di fotovoltaico sul tetto e anche il diritto delle utility a rifiutarsi di connettere alla rete gli impianti FV. Indubbiamente si tratta solo dell’inizio di uno scontro frontale dall’esito che non potrà che essere regalarci un un cambio di paradigma e un sistema energetico più pulito, efficiente e partecipativo, magari con delle vittime sul campo, anche dei virtuosi, ma credo sia veramente miope ed illusorio contrastare.

Sauro Secci

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